Sventurati, ben poca cosa è il vostro profitto se non avete mai perso nulla. Io sì che ho perduto: io, come il naufrago, ho tutta la terra che mi aspetta.
Quando scoppia una guerra e cadono le bombe, le prime vittime sono le donne, i bambini e la verità. Quando scoppia una guerra, le città, le persone e la volta del cielo, cambiano sembianza, e cambiano colore. Quando scoppia una guerra si spengono le parole, gli sguardi, e cessano i sorrisi. All’improvviso ti trovi, fuori, con un vuoto che ti assedia e un vuoto dentro la testa che mortifica pensieri e sentimenti, ti trovi in un girone di una voragine lenta, ma inarrestabile, che inghiotta tutto, pietre e persone, senza riguardo e senza distinzione. E per chi la vita gli balza dentro ancora, tutto diventa un esercizio di resistenza: allungare il tempo, il tempo che non c’é più, perché quando cadano le bombe il passato, i ricordi, dell’uomo finalmente muoiono davvero, e il suo futuro sarà quel metro di terra fuori di quel vuoto, e non importa se sarà un salto in un altro vuoto, e non importa se sarà imprevedibile e pericoloso quanto la guerra. L’importante è sganciarsi da quest’orrore.
Quando scoppia una guerra e cadano le bombe si fermano gli orologi, e i calendari, cadendo, lasciano sul muro aloni bruciati, le ore, i giorni e le notti sono interminabili. Il tempo diventa una attesa, diventa una sospensione, il tempo diventa un distanza, tra te e la morte, tra te e l’ultima scelta da prendere e da fare, e tutto quello che rimane da fare è questa corsa in un campo minato che si chiama presente, si chiama adesso. Tutto quello che rimane è trovare l’uscita del labirinto e respirare fuori con chi ami a qualsiasi costo.
Quando scoppia una guerra tutti perdono quelli che muoiono e quelli che sopravviveranno, perché la guerra toglie alle persone le loro storie e loro connotazioni.
Quando scoppia una guerra non si è più capaci di riconoscersi nel posto dove si è nato e si è cresciuto, negli angoli dove ha giocato e ha sognato, nelle mura che ha amato. All’improvviso non si riconosce nei propri corpi e nei suoi oggetti.
Quando scoppia una guerra e cadono le bombe, l’umanità si divide in due, un parte la fa e la seconda osserva. Una uccide e l’altra, mortificata nella ragione o nella possibilità di reagire, cerca di tappare le orecchie e guardare altrove, e nel mezzo ci sono le vittime: città, donne e bambini, basta muovere uno e troverai la verità, sotto, dolente e sanguinante.
Troverai le barbarie del nostro tempo e la sua crudeltà, un tempo senza regole e senza pietà, saturo, e mai abbastanza, di morte e di assurdità. Troverai il nostro vuoto di umanità, il buon senso, troverai il nostro mortificante silenzio, troverai la nostra civiltà e i nostri saperi che brulicano malvagità e dolori.
Troverai il non senso di ogni conflitto, troverai la domanda senza tempo e senza risposta: ma quanto vale la carne e la vita di un uomo? Quanto vale la sua felicità?
Quando scoppia una guerra e cadono le bombe, l’umanità si divide in due, e nel mezzo troverai i testimoni senza i quali la verità delle catastrofi del nostro tempo viene uccisa ogni qualvolta che si parli per giustificare un attacco o della necessità di un conflitto, come se si trattasse di rottamare un vecchio mobile e non la distruzione dell’uomo e suoi beni. Il nostro tempo necessita di testimoni perché è pieno di silenzi, di contraddizioni e di omissioni: perché i conflitti, la fame, lo spostamento disperato, forzato, di massa, non sono delle sciagure naturali.
Il nostro tempo necessita di testimoni per dirci che questi effetti collaterali della guerra, non sono incidenti nè casualità, ma sono calcolate e indotte. Per dirci che ci sono menti e macchine infernali che producono la miseria e la infelicità del nostro pianeta. Il nostro tempo necessita di testimoni perché vi è la necessità di non saltare le cause che generano disperazione, abusi nella società moderna e in quella sottosviluppata.
Saremo salvi se salviamo qualcosa o qualcuno.
Saremo salvi se salviamo una verità.
Saremo salvi se salviamo una testimonianza, perché solo con la forza e la caparbia di una testimonianza si ristabilisce la storia e si rimette ordine alle cose e agli eventi.Yousif Latif JarallaRegista e Cantastorie Iracheno
*Brano tratto dal Testo: “Torniamo Umani. Riflessione sui Diritti Umani Internazionali: Donne, Bambini e Rifugiati” di Giorgia Butera.